martedì 24 dicembre 2013

LA FINE DELLA STORIA


Con la presente comunicazione vogliamo informare tutti i cittadini che finalmente la nota vicenda "Inceneritore di San Dalmazio" si è conclusa.

Dopo l'ultima sentenza del TAR che obbligava il SUAP a trasmettere alla Provincia di Modena tutti in documenti, in data 4 Giugno 2013 la stessa Provincia  si è pronunciata archiviando la "DOMANDA DI AUTORIZZAZIONE ALLE EMISSIONI IN ATMOSFERA" in quanto il procedimento deve essere sottoposto ad Autorizzazione Unica ai sensi del D.Lgs 387/2003.

Il Comitato aveva più volte sottolineato l'illegittimità dell'iter seguito e finalmente oggi possiamo dire con certezza che un impianto di questa potenza e queste caratteristiche non poteva essere autorizzato mediante il procedimento avviato, ma sarebbe stata necessaria un'Autorizzazione Unica rilasciata dalla Provincia di Modena. 

La notizia non è mai stata comunicata ufficialmente per due motivazioni. La prima legata alla volontà di attendere che decorressero i termini entro i quali la Ditta Modena Bio Energy srl poteva impugnare l'archiviazione della Provincia, la seconda dettata dall’ottenimento di tutta la documentazione ufficiale dagli enti competenti.

Infine, fondamentale notizia di questi giorni, il terreno su cui doveva sorgere l’impianto, non è più nelle disponibilità della Ditta Modena Bio Energy srl, in quanto un confinante, coltivatore diretto, intentando a suo tempo una causa per il riscatto dell'area in forza del suo diritto di prelazione, in data 17 Dicembre 2013 ha visto riconosciuto il diritto stesso da parte del Tribunale di Modena, che ha assegnato mediante ordinanza la proprietà del terreno al confinante ricorrente.
La combinazione di questi due avvenimenti ci consente di pronunciare la parola FINE!

Dopo le festività sarà convocata l'Assemblea Generale del Comitato per decidere in merito alle sorti del Comitato stesso.
In questa importante giornata, auguriamo a tutti voi un Felice Natale e un buon 2014!!

Comitato Tutela Salute e Ambiente San Dalmazio
 

lunedì 10 giugno 2013

IL SEQUESTRO DEGLI ATTI

Portiamo all’attenzione di tutti coloro che ci seguono l’articolo datato 7 Giugno 2013 della Gazzetta di Modena che trovate in allegato, il quale riporta una notizia che interessa da vicino il Comitato e potrebbe dare una svolta importante alla nostra lotta. Il quotidiano informa del sequestro dagli uffici comunali della documentazione riguardante l’impianto da realizzarsi in Via Corniola Grocci. Esattamente quegli atti che hanno acceso ricorsi e controricorsi e mobilitato un Comitato, il nostro, nei confronti di un impianto che, come un macigno, grava sulle sorti dei cittadini di San Dalmazio e dei paesi limitrofi.

E nel bel mezzo di un’attesa sfibrante, tra accessi agli atti continui al fine di capire come prosegue l’iter autorizzativo sbloccato dalla sentenza del TAR Rg 96/2012, arriva questa notizia. Finalmente l’attenzione è stata riportata lì dove tutto è iniziato. Non sappiamo quali saranno i tempi, né come si svolgeranno le indagini, ma quello che è certo è che gli inquirenti ritengono che la vicenda debba essere approfondita. 

Ringraziamo dell'attenzione
Comitato Tutela Salute e Ambiente San Dalmazio


domenica 12 maggio 2013

LA NOSTRA POSIZIONE

Il Comitato Tutela Salute Ambiente di San Dalmazio, rappresentato dal Consiglio Direttivo, ha un solo scopo ed esaurirà le sue funzioni nel momento esatto in cui lo scopo sarà raggiunto, così come riporta lo Statuto.

“[…] Scopo del comitato è impedire con ogni mezzo consentito dalla legge e anche attraverso il ricorso nelle opportune sedi giudiziali amministrative, civili o penali, la costruzione e la messa in esercizio dell'impianto di "Produzione di energia elettrica da biomassa" in fase di realizzazione in Via Corniola Grocci San Dalmazio Fraz. di Serramazzoni, […]
II Comitato cesserà al raggiungimento dello scopo prefissato […] o alla verificata impossibilità di raggiungimento dello scopo stesso.”

Al fine di evitare spiacevoli fraintendimenti e strumentalizzazioni, il Comitato Tutela Salute Ambiente di San Dalmazio non parteciperà a nessuna serata o incontro organizzato dalle varie liste candidate alle prossime elezioni amministrative.
Il Comitato non desidera ricoprire alcun ruolo in questa campagna elettorale se non quello di ricordare la difficile e ingarbugliata vicenda che lo ha visto in prima linea. Proprio nel rispetto di questa posizione chiediamo a tutti i candidati di evitare di coinvolgere il Comitato, o un qualunque suo rappresentante, in discorsi di pura propaganda.
Desideriamo ricordare che il Comitato rappresenta i cittadini in una battaglia, che le istituzioni avrebbero dovuto impedire, pertanto auspichiamo che qualsiasi sarà, la prossima Amministrazione Comunale si impegni seriamente affinché i diritti dei cittadini in materia di salute e tutela dell'ambiente vengano sempre salvaguardati.
Ringraziamo tutti dell'attenzione.
Comitato Tutela Salute Ambiente San Dalmazio

mercoledì 1 maggio 2013

DIMISSIONI VICE PRESIDENTE


In data 26 Aprile il Vice Presidente del Comitato Tutela Salute e Ambiente di San Dalmazio, Pier Giuseppe Bardelli, ha rassegnato le dimissioni dalla carica ricoperta.

Il Presidente e i Consiglieri ringraziano Pier Giuseppe, a nome di tutto il Comitato, del supporto che fin dall’inizio ha dato in questa causa, certi che l’obbiettivo del nostro percorso non sarà dimenticato.

Ringraziamo tutti dell'attenzione.
Comitato Tutela Salute Ambiente San Dalmazio

venerdì 26 aprile 2013

ALCUNI PUNTI INTERROGATIVI



In data 14 Marzo 2013 è apparso sul quotidiano “Prima pagina” un articolo dal seguente titolo:

"Biomasse, il Comune ha deciso per il ricorso
Ieri il Commissario ha deliberato l’appello al Consiglio di Stato"

Nel presente articolo, che potete trovare in allegato, veniva indicata la decisione da parte del Comune di Serramazzoni di ricorrere in Consiglio di Stato a seguito della sentenza del TAR notificata in data 27/02/2013. I termini per presentare appello al Consiglio di Stato stanno ormai scadendo e ad oggi non ci risulta che alcuna determina sia stata ufficializzata sull’Albo Pretorio del Comune di Serramazzoni.
Dunque alcune domande sorgono spontanee:
  • E’ vero che il Comune di Serramazzoni si costituirà in Consiglio di Stato impugnando la sentenza del TAR di Bologna N. 00096/2013?
  • Corrisponde a verità quanto riportato dal quotidiano "Prima Pagina" che l'incarico sarebbe stato conferito all'Avv. Alberto Della Fontana?
Ricordiamo inoltre che, ad oggi, Il Comitato non è ancora stato ricevuto dal Commissario Dott.ssa Carmen Castaldo. La richiesta di incontro, dopo la sentenza del TAR di Bologna, è mossa dal desiderio di dare risposte a noi e alla cittadinanza sulla posizione del Comune nei confronti di una vicenda che non sembra trovare risvolto positivo. 

Ringraziamo tutti dell’attenzione.
Comitato Tutela Salute e Ambiente di San Dalmazio
 

mercoledì 17 aprile 2013

SI RIPARTE...

Le dimissioni del Presidente del Comitato Tutela e Salute Ambiente San Dalmazio, l’ Ing. Enrico Bussei, ci hanno colto di sorpresa ed è con estremo rammarico che perdiamo la persona che più di altri in questa battaglia si è prodigata per il bene della nostra Comunità. Il lavoro fatto insieme fino ad oggi è stato faticoso, difficile ed impegnativo e tanto ancora ci sarà da fare. 
In questa fase dovremo essere più che mai uniti e compatti in quanto l’ultima sentenza del TAR ha, di fatto, riattivato l’iter autorizzativo dell’impianto, temporaneamente bloccato dagli atti emessi dall’ Amministrazione. E la ditta proponente si è affrettata a recuperare il tempo “perso”…
Infatti, proprio Lunedì mattina, alcuni cittadini si sono accorti della presenza di diverse persone nel cantiere e allarmati dalle attività ci hanno informato di ciò che stava accadendo.
Cosiderata la delicata fase nella quale ci troviamo, chiediamo a tutti coloro che hanno la possibilità di notare situazioni analoghe a quella di Lunedì mattina di informarci il prima possibile.

Ricordiamo la mail a disposizione per qualsiasi segnalazione.

Ringraziamo tutti della collaborazione. 


sabato 13 aprile 2013

RESOCONTO ASSEMBLEA GENERALE 12-04-2013

Si è tenuta ieri sera, Venerdì 12 Aprile, l’Assemblea Generale del Comitato per la nomina del nuovo Presidente e la conseguente sostituzione del Segretario. 
L’assemblea ha votato all’unanimità la candidata Ing. Alessia Galli quale Presidente del Comitato a Tutela della Salute e dell’Ambiente di San Dalmazio a seguito delle dimissioni dell’Ing Enrico Bussei. 
La stessa Assemblea ha poi votato, sempre all’unanimità, Chiara Nizzi (attuale tesoriere) quale segretario del Comitato, ruolo ricoperto precedentemente dalla stessa Alessia Galli.

Il CONSIGLIO DIRETTIVO risulta ora così composto:    

Presidente:  Alessia Galli
Vice Presidente:  Pier Giuseppe Bardelli
Segretario e Tesoriere:  Chiara Nizzi
 
Consiglieri:
Claudia Barbari
Francesca Borelli
Stefano Casotti
Davide Molinari
Massimo Venturelli

Ringraziamo tutte le persone che hanno partecipato all’Assemblea.

mercoledì 3 aprile 2013

CONVOCAZIONE ASSEMBLEA GENERALE E NOMINA NUOVO PRESIDENTE

A seguito delle dimissioni di Enrico Bussei, si è riunito il consiglio direttivo del Comitato Civico di San Dalmazio.

Il Direttivo ha deciso all'unanimità di proporre all'Assemblea Generale la candidatura del nuovo presidente, individuata nella persona dell'ing. Alessia Galli.

E' convocata per Venerdì 12 Aprile ore 20.30 presso il Ristorante Piè Dei Monti l'Assemblea Generale per convalidare e ratificare la nomina del nuovo presidente.

Siete pregati di partecipare numerosi

Grazie

il vice presidente
geom. Pier Giuseppe Bardelli

DIMISSIONI DEL PRESIDENTE

Serramazzoni 03/04/2013

Rassegno le dimissioni, con effetto immediato, dalla presidenza e dal direttivo del Comitato Civico di San Dalmazio. 
Il Comitato è da mesi che chiede un incontro con il Comune di Serramazzoni, non è più possibile attendere, è tempo di cambiare strategia.
Sono sicuro che il seme che abbiamo piantato darà buoni frutti.

Grazie a tutti

Enrico Bussei




sabato 16 marzo 2013

MEMORANDUM PER GLI ELETTI

In data 14-03-2013 il Coordinamento nazionale Terre Nostre dei comitati no biogas, no biomasse e per la salute e l'ambiente ha inviato all'attenzione degli Onorevoli eletti nella XVII legislatura al Senato della Repubblica ed alla Camera dei Deputati il seguente MEMORANDUM.
Il Comitato Civico di San Dalmazio ha sottoscritto il documento perché ne condivide i contenuti e le finalità.



MEMORANDUM SULLA PROLIFERAZIONE DELLE CENTRALI A BIOGAS E BIOMASSE



a cura del Coordinamento nazionale Terre Nostre

dei comitati no biogas, no biomasse e per la salute e l'ambiente





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Probabilmente sarà a conoscenza della corsa alla realizzazione, in tutte le regioni d'Italia, di centinaia e centinaia di centrali termoelettriche alimentate con l'energia prodotta da biogas e da biomasse liquide e solide.

Saprà anche che la realizzazione di suddette centrali è giustificata esclusivamente dall'elevato livello degli incentivi erogati attraverso i certificati verdi e la tariffa onnicomprensiva, livello che, anche dopo la revisione della tariffa “flat” operata con il V° conto energia, rimane doppio di quello medio europeo.

La sproporzione tra l'utile ricavato da soggetti privati (per lo più società finanziarie) e i disagi e gli impatti territoriali negativi, indotti dalle centrali a biogas e biomasse, ha determinato il sorgere di centinaia di comitati spontanei e di altrettante situazioni di conflitto, tensione sociale e contenziosi legali.

Le gravi tensioni sociali indotte dalla corsa agli incentivi per la produzione di energia elettrica “rinnovabile” sono legate  alla mancata informazione alle comunità locali circa l'avvenuta presentazione di domande di autorizzazione per la realizzazione di suddetti impianti, alla scarsa possibilità dei portatori di interessi di far valere le proprie osservazioni nel contesto di procedure autorizzative uniche espletate nell'arco massimo di soli 120 giorni, e all’insufficienza delle linee guide nazionali (e regionali) circa la localizzazione delle centrali. Scarse sono anche le possibilità delle amministrazioni locali di opporre pareri negativi in sede di Conferenza dei servizi stante le previsioni dell' art. 12 D.Lgs. 387/03 che dispone che:  "... Le opere per la realizzazione degli impianti alimentati da fonti rinnovabili, nonché le opere connesse e le infrastrutture indispensabili alla costruzione e all'esercizio degli stessi impianti sono opere di pubblica utilità indifferibili ed urgenti ...".



Effetti sulla qualità dell'aria e della salute (palese contraddizione con la Direttiva europea sulla qualità dell'aria e sulla VIA)

Tale grave forzatura emerge in tutta evidenza qualora vengano valutati i bilanci energetici netti delle centrali. Essi risultano modestamente positivi, a fronte di una serie di impatti innegabili, anche in forza di valutazioni discutibili dell'assetto cogenerativo degli stessi, ovvero della valutazione del recupero energetico del calore dissipato dai motori. La constatazione che il risparmio di energia fossile e di emissioni climalteranti è marginale, se non nullo, dovrebbe di per sé mettere in discussione i presupposti della utilità pubblica di tali impianti.

La mancata considerazione di questi aspetti fondamentali per la qualità dell'aria è frutto del mancato recepimento della Direttiva europea che impone di non compromettere ulteriormente la qualità dell'aria laddove questa è già compromessa come avviene nella maggior parte della Pianura padana e in altre aree del paese dove le concentrazioni di polveri sottili restano al disopra dei limiti massimi per un numero di giorni superiore a 50.

Una ulteriore distorsione che richiede l'attenzione del nuovo governo e del nuovo parlamento riguarda il contrasto tra la Direttiva europea sulla Valutazione di impatto ambientale (V.I.A.) e le norme applicate da quelle regioni che evitano di sottoporre gli impianti di produzione di energia elettrica alimentati a biomassa di potenza fino a 999 kwe alla citata VIA o alla procedura di Screening che, secondo la Direttiva, non possono essere legate solo alla potenza delle centrali ma anche al cumulo con altri impianti e fonti emissive nello stesso territorio e ad altri elementi  giustamente previsti dalla normativa europea.

Questa situazione dipende da una inadeguata o mancata classificazione di questi impianti che l’ASUR (Azienda Sanitaria Unica Regionale) delle Marche e l’AUSL di Vercelli hanno classificato l’attività di produzione di energia elettrica come industria insalubre di 1^ classe come previsto dal DM 05/09/94 al punto 7 lettera C (centrale termoelettrica).



Palese contraddizione con le politiche di governo del territorio

Le centrali a biomasse, grazie al singolare quadro normativo delle autorizzazioni, non impattano solo sulla qualità dell'aria ma anche sulle politiche di governo del territorio e su diritti fondamentali dei cittadini residenti nelle vicinanze degli impianti.

Secondo quanto disposto al comma 7 dell’art. 12 del citato D. Lgs: " ... gli impianti alimentati esclusivamente da fonti rinnovabili, possono essere ubicati anche in zone classificate agricole dai vigenti piani urbanistici e pertanto non è necessario adottare varianti di destinazione d’uso. L’A.U. costituisce, dove occorre, variante allo strumento urbanistico ... ".

Desideriamo ancora richiamare la vostra attenzione sulle conseguenze di quanto disposto dal suddetto comma: una quasi totale licenza di realizzazione delle centrali a dispetto dei diritti fondamentali di cittadini che si sono visti installare dei biodigestori o delle centrali a biomasse a pochi metri (avete letto bene) dalle proprie abitazioni. Per non parlare di localizzazioni che non tengono conto della presenza di aree di valore ambientale, storico, paesaggistico, di corsi d'acqua e delle conseguenti possibili esondazioni. Non mancano centrali a biogas (con digestori della capacità di migliaia di metri cubi di liquame) realizzate sui versanti delle colline con poca o nulla possibilità di evitare gravi sversamenti in caso di incidente.

Le comunità che hanno avuto la sfortuna di vedersi realizzata nel raggio di poche centinaia di metri una centrale a biogas lamentano regolarmente emissioni maleodoranti e forte rumorosità dei motori oltre a un via vai di mezzi pesanti che per alcuni mesi rende impraticabili o di rischiosa e problematica percorrenza le strade comunali o vicinali utilizzate per l'alimentazione delle centrali. Strade che, come sovente si verifica nelle campagne, sono costeggiate da fossati che rendono pericoloso il transito con mezzi pesanti provenienti da direzione opposta in ragione della scarsità di piazzole di scambio.



Una seria minaccia all'agricoltura e all'economia rurale

(turismo, agroalimentare)

Considerare le centrali termoelettriche a biogas e biomasse di " utilità pubblica " comporta pesanti distorsioni anche in campo agricolo e sulla complessiva economia rurale dei territori. Le società che gestiscono le centrali (costituitesi come  "agricole" solo al fine di massimizzare incentivi e di operare in regime agricolo ai fini fiscali e della PAC) sono in grado  di monopolizzare il mercato degli affitti dei terreni agricoli e di spingere all'insù i costi dei servizi agrimeccanici e dell'acqua di irrigazione aggravando la già problematica redditività delle aziende agricole piccole e medie e mettendo a rischio interi comparti produttivi legati a specifiche produzioni locali di qualità sostituiti da coltivazioni intensive in monocoltura, fortemente dipendenti da elevati livelli di input di pesticidi, concimi chimici, acqua di irrigazione. Inutile sottolineare poi come l'estensione, che in alcune provincie raggiunge già decine di migliaia di ha di superficie agricola al servizio  di una energia che non è assolutamente rinnovabile venendo da una agricoltura industriale altamente energivora ed inquinante, mette in discussione livelli già bassi di autosufficienza per diverse filiere agroalimentari strategiche.

Il caso del digestato da biomasse è emblematico di pura sottrazione di vita ad un ambiente che invece ne avrebbe bisogno assoluto e che, essendo già in grave carenza, non può reagire che con patologie che portano a morte prima l’ecosistema e poi noi irresponsabili artefici.

Oltre alla perdita di produzioni tipiche, la presenza delle centrali minaccia anche quelle aziende che si sono incamminate sulla via dell'agricoltura biologica e dell'agriturismo e che dipendono per la loro attività da una elevata qualità ambientale oltre che da un paesaggio agricolo non compromesso.

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In base a queste considerazioni e alla luce del fatto che l'obiettivo assegnato all'Italia (burden sharing) per la quota di energia elettrica da fonti rinnovabili è stato ampiamente superato risulta urgente introdurre rapidamente dei correttivi ad una normativa specifica lacunosa e contraddittoria con la tutela di esigenze fondamentali e con lo stesso quadro normativo europea e nazionale.

Oltre ad invitarvi ad informarvi maggiormente su quanto sta avvenendo nella vostra circoscrizione/collegio intendiamo chiedervi anche di manifestare la vostra disponibilità a farvi interpreti, in caso di elezione, delle istanze dei cittadini che già oggi vivono i disagi legati alla presenza delle centrali a biogas e biomasse e di quelli che si stanno opponendo con tutte le loro forze alla realizzazione di ulteriori centrali, ma in condizioni di netta inferiorità a causa di un quadro normativo pesantemente squilibrato a favore di alcuni interessi economici.



Vi chiediamo quindi di dichiarare la vostra disponibilità ad operare affinché le distorsioni e le gravi tensioni indotte da una proliferazione indiscriminata di impianti a biogas e biomasse siano prontamente corrette ed in particolare a:



     agevolare il diritto di audizione dei Comitati per la salute e l'ambiente che si oppongono alla proliferazione speculativa delle centrali a biogas e biomasse;

     contrastare le attuali proposte in itinere di modifica della Direttiva 2011/92/UE  sulla Valutazione di Impatto Ambientale, nelle parti in cui, in generale, renderebbero più agevole, rispetto alla attuale situazione, l’insediamento degli impianti in questione, con particolare attenzione alle parti che escluderebbero l’ assoggettamento a procedura di screening o di VIA,  eludendo l’applicazione integrale e per tutti gli impianti dei criteri di cui all’ All. III della medesima direttiva, ovvero senza tener conto, oltre che della taglia degli impianti, anche del cumulo con altri progetti, delle utilizzazioni delle risorse naturali, della capacità di carico ambientale del contesto in cui si propone l’impianto, della densità della popolazione, ecc…

     contrastare le proposte di modifica della Direttiva 2011/92/UE nelle parti in cui consente discrezionalità alle autorità procedenti di identificare e determinare il pubblico, interessato nel procedimento, nonché nella discrezionalità della definizione del prerequisito di “effetti significativi” ai fini dell’assoggettamento a screening e/o a VIA;

     introdurre l’ obbligo di giustificazione concreta delle reali esigenze di insediamento dei progetti proposti, nelle pianificazioni locali e sovaralocali, come presupposto per la procedibilità degli iter autorizzativi; 

     sostenere proposte di revisione normativa del D. Lgs. 387/03 nel senso di una riconsiderazione del carattere di opera di pubblica utilità urgente indifferibile delle centrali a biogas e biomasse e della definizione di linee guida a maggior tutela dei valori residenziali, culturali, ambientali, storici, agricoli e paesaggistici;

     operare una sostanziale riduzione del livello eccessivamente elevato degli incentivi concessi a fonti energetiche di discutibile “rinnovabilità” e tali da determinare – come purtroppo è ormai possibile verificare nei fatti – pesanti impatti ambientali e socioeconomici oltre che gravi distorsioni nel settore economico dell'agricoltura ma anche nel mercato immobiliare;

     introdurre provvedimenti normativi al fine di  applicare, in sede di autorizzazione, anche l’obbligo, a carico del proponente del risarcimento dei possibili danni a terzi e dei costi esterni del progetto, in termini di salute e svalutazione patrimoniale, con obbligo di garanzia fideiussoria delle cifre stabilite, ai fini della cantierabilità dell’ eventuale impianto autorizzato;

     Introdurre obblighi normativi per la definizione del quadro epidemiologico della situazione ante-operam, ai fini della possibilità di valutazione degli eventuali impatti sanitari post-operam;

     introdurre obblighi normativi per la predisposizione, ai fini dell’ottenimento delle autorizzazioni dei progetti, di un contestuale piano di riduzione delle emissioni che assicuri un saldo pari almeno zero del livello di emissioni inquinanti  per il particolato e per i relativi precursori, almeno per le aree considerate e/o definite a rischio di superamento dei valori limite ambientali.

     proporre provvedimenti legislativi che incentivino in modo più incisivo gli interventi a favore del risparmio energetico e del miglioramento della qualità dell'aria.





9 Marzo 2013